AURANO Fraz. Scareno - Simposio “Dalle Cime alle Isole”

Dall’11 al 22 agosto in Val Grande si terrà il Simposio “Dalle Cime alle Isole” - residenza di produzione e formazione di arte contemporanee in paesaggio alpino e lagunare.
Dalle Cime alle Isole è una residenza di formazione e produzione di arte e design sociale tra paesaggio alpino e lagunare, a cura di g. olmo stuppia, con il supporto scientifico di Riccardo Braggion. Si tratta di immaginare e realizzare una “zattera-scultura” ispirati dal film Fitzcarraldo e dalla Zattera della Medusa di J. T. Géricault conservato al Louvre di Parigi. Un simposio immaginato, utopico e reale, per ripensare le modalità di fruizione dei luoghi, oltre alla “commodification”, per ritornare a sentire e generare archivi impossibili; sculture e modalità di vita collettive. Dall’ 11 al 19 agosto animerà Scareno (Verbania), per poi proseguire, dal 20 al 22 agosto, in forma restitutiva e navigante tra le isole della Laguna di Venezia, in collaborazione con Venice Art Factory. Una zattera sonora, come un sogno lucido, sospesa prima sulle acque trasparenti delle Alpi e poi a lambire le acque torbide di Rio Orsi e della Laguna di Venezia. Il modulo rimanda liricamente, nella sua costruzione architettonica-pratica, ai saperi del Bauhaus, ispirandosi a Fitzcarraldo di Werner Herzog e al dipinto de La zattera della Medusa di J.T. Géricault del 1818. Opera chiave che disarticola il naufragio, e ancora oggi ci parla e ci “costringe” a ripensarci umani nello spazio, in rapporto con cromie verdi, paesaggi demograficamente “marginali” e necessità di fabbricare un futuro (homo faber). Un’operazione di riattivazione culturale dei territori “silenti” come il borgo di Scareno, una Temporary Autunomous Zone che faccia della Responsabilità, dell’hora ed labora e dell’Ascolto della memoria le sue stelle polari.
Il progetto invita giovani artisti, studenti, cittadini (dai 17 ai 99 anni) a immergersi in questa esperienza di “ricucitura” delle lacerazioni causate dall’ esaurimento da schermo. Un progetto per il paesaggio e l’amore per il design autocostruito, per ripopolare un borgo “antico” dai tetti in ardesia splendente, quasi del tutto abbandonato, raddoppiandone temporaneamente la popolazione. Il progetto invita a sperimentare pratiche di creazione tra corpo, cinema espanso e storia Italiana, a partire dal disegno e dalla voce dell’Alpe.
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